MANIFESTO DI SINCERE EMOZIONI - WE ARE THE ARK - THE ARK




We are the ark è la prima produzione degli Ark, in assoluto il loro lavoro migliore, un cd strepitoso, una raccolta fenomenale di canzoni belle, intense, passionali, struggenti, vive, vitali, ricche di gioia e di forza, di quella sana energia dei giovani gruppi promettenti che non si risparmiano, e danno, danno l'anima e tutto quello che hanno per realizzare il loro sogno, per salire su quel palco tanto sognato, agognato, pregato, ambito, desiderato, voluto, cercato, e infine ottenuto ed essere inondati dalla luce dei riflettori e dalla folla acclamante che applaude e risponde con calore a quell'immenso desiderio di dare nella condivisione di quella forma di espressione personalissima che è la musica.

Questo cd è un pezzo di storia della musica, bello dalla prima all'ultima canzone, e anche in quelle tracce meno conosciute e magari trascurate perché vissute all'ombra di It takes a fool to remain sane (correva l'anno 2001 quando restò in cima alle classifiche italiane per oltre 4 mesi) c'è tutto un mondo sommerso che merita di essere scandagliato e conosciuto.
Voglio scrivere quest'opinione con il cuore e con i sensi, perché è con il cuore e con tutti i sensi che questo cd mi parla e si fa apprezzare, suscitando in me emozioni, buon umore, malinconia, intensità emotiva di difficile comprensione e spiegazione se non attraverso le chiavi di lettura della sensibilità interiore….

Bottleneck Barbiturate

Questa canzone sono capace di ascoltarla a ripetizione per ore e ore, senza esserne mai sazia, senza mai averne abbastanza, struggentemente intensa, cantata con una voce toccante, un lento appassionato, una lotta interiore dilaniante capace di commuovere e coinvolgere. Un brano raro. Entra dentro dalle prime note e non ne esce più, rimbalza tra i vicoli del cervello , smuove ricordi, immagini, ombre… e crea assuefazione, quasi gli ark volessero esorcizzare l'incognita della depressione e il frangente delle pasticche di cui il testo parla utilizzando la similitudine della musica e della voce per ricreare quei percorsi mentali di incertezza, il bisogno di comprensione, l'isolamento e l'insofferenza, l'esigenza di approfondire, la necessità della reazione, l'urgenza essenziale di risollevarsi, tornando ad alzare gli occhi e recuperando quella dignità interiore ferita dall'accanimento della fragilità morbosa di un circolo vizioso.
Potrà sembrarvi un paragone audace, ma questo brano mi ricorda molto l'introspettività di Bersani, certo non nel testo, Bersani è un poeta assoluto e non risparmia parole , gli Ark tratteggiano una situazione molto più semplicistica attraverso le parole, e adottano un punto di vista esterno, ma è nella voce e nella musica che si sprigionano le vibrazioni che vanno oltre….

" Non credo negli angeli.
Almeno non nei tuoi.
Ma credo nella sensazione di tenerti stretta.
E non credo nell'esilio. Almeno non come lo pratichi te.
Ma maledirò per sempre tutti i viaggi che ho fatto,
tutti i trionfi nel libro della mia vita, perche' ho paura
che mi abbiano portato via da te.
Allora non essere triste perche' la tua bottiglietta di barbiturici
non ti sta aiutando
Non aveva l'obiettivo di essere un buco nell'acqua.
Non farmi aspettare perche' la tua bottiglietta di barbiturici
ti sta buttando giu' , perche' io conosco altri modi di tirare
avanti nelle ore solitarie. "
Questa canzone da sola vale tutto il cd.

Dopo Bottleneck Barbiturate il passaggio alla "normalità" dovrà essere graduale , e Joy Surrender è un altro brano che contiene alti momenti di intensità vocale alternati ad altri quasi più discorsivi, o meno drammatici.
Ola ha una voce strepitosa, versatile e toccante, ma non ne abusa mai, non eccede quando non deve, si contiene quando il brano richiede misura, e poi esplode, si apre e si dispiega generosamente quando è il momento di concedersi, e si ritira nella sua vibrante interiorità quando dall'espressione affiora un sentimento.

This sad bouquet
Altro lento, fino ad un certo punto sembra quasi una ninnananna che voglia coccolare l'anima, le parole dapprima sembrano sussurri scanditi sulla musica, poi la voce prende coraggio e vola, vola alta sulle note, afferma il suo bisogno di personalità, e di nuovo si richiude, come uno scrigno che in conclusione di brano decida di conservare gelosamente quel momento di malinconia.

Angelheads
Si cambia regime, e lo si fa subito con grinta e buon umore. Questa canzone in effetti ha il potere di influenzare positivamente l'umore, le sue sferzate di energia sono piacevoli e grintose, la canzone in alcuni passaggi ricorda quasi certi brani francesi in cui la voce tenta di affermarsi come un marchio indelebile sulla musica, il ritornello è invece una sorta di inno alla vita, invita ad aprirsi con spontaneità e ci predispone all'ascolto di altri brani che sostengono un buon ritmo, come Hey mordern days, che ha un ritornello contagiosissimo, e Echo Chamber, dove la voce di Ola diventa oltremodo convincente pur tra toni e ritmi differenti, quasi in un gioco di trasformismo che non disorienta, stupisce e piace.
Aint too Proud to bow è un altro pezzo allegramente vivace, e ci traghetta piacevolmente verso Patchouli, altro pezzo di rock ameno e distensivo.
Altra virata, e passiamo a Laurel Wreath, brano che inizia molto sottotono e poi esplode, leggermente più cupo rispetto ai precedenti, quasi una malinconia di fondo s'insinuasse tra le note e le impedisse di tornare a sprigionarsi innocentemente. E da qui a You Who Stole My Solitude, altro pezzo governato in certo modo da una chiave di lettura più concretamente vicina alla condizione umana di una solitudine latente, meno enfatica e meno ribelle di altri brani.

E ora i brani più conosciuti del cd ad iniziare da Let your body decide, un ritmo che diventa particolarmente bello nelle accelerate della voce, quando la voce diventa strumento e compie i suoi assoli, pochi, per la verità, e un ritornello reiterato che ne fa una canzone orecchiabile e da facile imprinting.




Ed infine, quella che tutti conoscono: it takes a fool to remain sane. Questo era il brano che ha imperversato per mesi anche nelle classifiche italiane, surclassando anche le hit di Madonna, ed era quello che proponevano di solito nelle apparizioni in televisione, dove ricordo un Ola giovane e quasi ermafrodita indossare per metà un abito maschile e per metà uno femminile, a sottolineare quella inquieta e turbolenta ambiguità caratteriale che doveva assolutamente emergere, fosse anche solo stato per il gusto di stupire. Se osservate la copertina del cd, dove gli ark vengono rivisti in una chiave quasi fumettistica, noterete che la figura di Ola è intenzionalmente collocata in un limbo sessuale nel quale le interpretazioni possono essere tante, e le considerazioni condurre ad una ben precisa volontà di stupire, di affermare, di giocare.
Il brano è bello, ruvidamente rock, forse la loro musica era ancora grezza e per tanto, a mio modesto parere, questo resterà per sempre il loro album più bello e vero, forse non erano ancora stati affascinati dai sofismi del glamour, e l'urgenza interpretativa riusciva ad avere la meglio su una pianificazione di marketing, in fondo il primo cd è sempre un pezzo di autenticità vibrante che l'impeto porta a immolare alla storia nel nome dei sacrifici sostenuti e dei sogni per cui si è lottato molto, quasi un trofeo a dimostrazione dell'impegno profuso e della capacità artistica riconosciuta.

It takes a fool to remain sane è un bel pezzo, ma forse non è il migliore di questo cd, e forse la sua spiccata valenza carismatica ha fatto in modo che gli Ark fossero conosciuti soprattutto per gli aspetti più anticonformisti, trascurando invece quell'autenticità toccante e assolutamente vibrante che sfiora corde intime dell'anima innescando emozioni e sentimenti dannatamente commoventi. Bottleneck Barbiturate sopra a tutte.


Prima di concludere voglio ancora riportarvi alla memoria il singolo calleth you cometh i, che colloco a livello temporale, forse per una mia associazione di idee, a questo periodo arkiano.
Il video raccontava la storia di due ragazzini, lui bianco, lei nera, che si trovavano un giorno ad essere vicini di banco, e da lì l'inizio di un'amicizia che presto si trasforma in amore, poi la partenza di lei, e lui che per vederla ancora un attimo di sfuggita tra i finestrini del treno corre sulla banchina, fino a scontrarsi dritto dritto contro un palo, strappando anche un sorriso alla ragazza che si allontana. Ma il destino non si arrende e permetterà ai due di incrociare ancora i loro sguardi….
Una canzone che vuole parlare d'amore

7 commenti:

Unknown ha detto...

bravi questi! anche se non sono proprio tra i miei preferiti. Per la luna... boh, non so che dirti, speriamo solo che aspettino almeno altri 3-4 giorni prima di nascere... :D

nino p. ha detto...

sai che non li conoscevo?
O meglio... chissà perchè questo brano che ci hai fatto sentire mi ero convinto che fosse dei Green day.... non c'entra niente lo so'...
ma mi ero fissato così....
ps:
le principesse sono sempre bellissime ^____^

Anonimo ha detto...

ciao come va? questi giorni sono stata un po assente xke sono rimasta scioccata da una cosa, in spagna non c'è la liberta d'informazione che c'è qui, se provi a parlare di scie chimiche rischi anche la vita ma che cavolo!

M.S. ha detto...

che mi hai ricordato!!
it takes a fool to remain sane è stata a lungo una delle canzoni che ho ascoltato con maggiore insistenza (a palla dieci volte al giorno). tanti ricordi e sensazioni sono legate a quelle note, ma sugli altri pezzi degli ark sono poco informato. colmerò la mia lacuna!

Anonimo ha detto...

Hai saputo regalarmi emozioni, ritornando indietro con i ricordi buon fine settiamana (anche se a volte fanno male)

Anonimo ha detto...

non li conosco, da approfondire!

Paolo Biserni ha detto...

non li seguo molto,ma il loro primo album,credo questo è veramente bello,se non sbaglio di circa 4/5 anni fa,ti ho linkato anche io,grazie,mi fa piacere,per quello che riguarda technorati anche,ma non ti fidare,quando hai tempo controlla,in inglese sono una frana,non ho mai avuto passione dello studio,ho una grande passione per l'informazione e la politica che mi si è scatenata da un paio di anni,e adesso penso che sia diventata quasi una malattia,ho voglia di recuperare...per l'inglese non sono molto ottimista,ma a forza di usare il pc qualcosa imparo.(se hai qualche consiglio per impararlo abbastanza velocemente e con poco sforzo,volentieri.tu pensa che mia cugina sa 5 lingue ed è vissuta in america 2 anni,lei sà l'inglese come io il romagnolo "cioè bene".)ciao,un saluto,a presto