BRIGANTI!


L'anno milleottocentosettantadue il dì tré del mese di agosto nelle Carceri Giudiziarie di Potenza all'ora 1 pomeridiane; Noi Cav. Alessandro Fava Presidente della Corte Ordinaria di Assise con l'assistenza del Vice Cancelliere Signor Oreste Masci; in seguito della pervenienza degli atti del relativo procedimento sul conto del detenuto Carmine Crocco Donatello il quale con sentenza di questa Sezione di Accusa e di quelle di Napoli e Trani legalmente notificate, venne per vari reati rinviato alle Assise, volendo interrogarlo, lo abbiamo fatto tradurre avanti di Noi nella Camera degli esami, ove coll'assistenza dell'infrascritto Vice Cancelliere interrogato sulle generalità, ha risposto
Mi chiamo Carmine Crocco Donatello fu Francesco di anni 43, pastore, di Rionero in Vulture, scapolo, so leggere e scrivere, impossidente, sono stato militare col grado di caporale sotto il passato governo, sono stato condannato altra volta per crimine...
Così iniziava l'interrogatorio del leggendario brigante lucano Comandante Carmine Donatelli detto Crocco la cui cattura secondo gli storici segna la definitiva fine del brigantaggio post unitario nelle provincie meridionali.
Scriverò questa opinione concedendomi qua e là termini dell'itagliano dei miei nonni che nulla tiene da avere vergogna di quello parlato dagli occupanti piemontesi che portarono fame e carestie nelle terre del sud, razziando beni e deportando valorosi guerriglieri nei campi di concentramento S. Maurizio e Fenestrelle dislocati sulle Alpi. I crimini consumati alle Fenestrelle sono degni dei peggiori campi di concentramento nazisti. I prigionieri venivano tenuti semiignudi in ambienti rigidissimi, malnutriti morivano di stenti falcidiati dalla bronchite. Provate a visitare gli archivi dei comuni lucani, soffermatevi sopra alle cause di morte di giovani di poco più di vent'anno deportati in quei sinistri lager, leggerete: fucilato, morto di bronchite "lenta".

Ancora oggi del brigantaggio si sa ben poco, come poco si conosce di tutte le cose che riguardano l'usurpazione di un popolo da parte di un altro, la sottomissione senza condizioni, la sottrazione di risorse, la barbarie perpetrata da squadracce piemuntisi ai danni di inermi contadini che avevano accolto gli occupanti confitanto in un riscatto da una condizione di endemica sottomissione. E' la storia di uno stato che si definiva unitario ma che usava il suo potere per affermare la prevalenza dei pochi, i cosidetti galantuomini liberali sulle moltitudini dei cafoni. Vano fu il tentativo di inquadrare il fenomeno del brigantaggio come mero atto di delinquenza comune limitato a pochi individui. Sintomatico a tal proposito l'intervento del deputato liberale Ferrari, intervenenuto al Parlamento degli oppressori nel novembre 1862 : " Potete chiamarli briganti ma combattono sotto la loro bandiera nazionale[... ]. Che cos'è in definitiva il brigantaggio?", "È possibile, come il governo vuol far credere.che 1.500 uomini comandati da due o tre vagabon
di possano tener testa ad un intero regno, sorretto da un esercito di 120.000 regolari? Perche' questi 1.500 devono essere semidei, eroi! Ho visto una città di 5000 abitanti completamente distrutta. Da chi? Non dai briganti".

Una rivoluzione incompiuta, quella dei cafoni, che si sono trascinati in una vita di stenti e privazioni, di fame e negazione per secoli, fornendo ora a questa ora quella causa a loro estranea le loro braccia ed il loro sangue.
I Briganti, guerriglieri improvvisati ma validi e tenaci tentarono con pochi mezzi ed un grande coraggio di opporsi a quello che immediatamente parette l'ennesima avanzata di truppe lanzichenecche nelle martoriate terre del sud alla ricerca della robba nostra.

Il Comandante Crocco ebbe mirabilmente a sintetizzare: "Sappiate che per noi nessun scrittore spreca inchiostro e carta. I nostri malanni, la nostra miseria, gli abusi, l'ingiustizia che ci fanno nessuno la scrive, mentre sono chiamati sommi scrittori quelli che ci dispregiano chiamandoci plebaglia miserabile!"
Il passaggio dei contadini meridionali alla guerriglia nasceva dalla miseria e non trovava altro mezzo che la violenza per lottare contro alla ingiustizzia, alla oppressione e allo sfruttamento. Un guerrigliero Brigante in uno dei processi farsa che negli anni dal 1861 al 1865 si tennero numerosi affermò: "noi siamo tristi, è vero, ma ci hanno sempre frecati; i galantuo
mmini si servono della penna e noi del fucile, essi sono i padroni del paese e nui ci simmo presi la muntagna"

Le condizzioni di umana disperazione, di assenza di prospettive, insomma tutto l'insieme di fattori materiali e morali che spingevano i contadini al brigantaggio, imprimeva alla loro decisione uno straordinario coraggio a cui era estraneo il timore della morte. Inutilmente i piemontesi li tacciarono di viltà, un appellativo che nasceva dal furore dei numerosi rovesci subiti nonostante la superiorità numerica e per armamento.
I guerriglieri Briganti si comportavano con coraggio e con stoicismo innanzi ai plotoni di esecuzione ed i loro Comandanti erano fierissimi. Lo stesso generale piemontese Pallavicini scrisse in un rapporto: "non ci fu mai caso in cui un Brigante catturato avesse preferito denunciare i compagni" e questo nonostante le torture e le sevizie a cui quei guerriglieri erano sottoposti.

L'organizzazione guerrigliera brigantesca era strutturata in bande dirette da un Comandante (capobanda) e coadiuvato da uno o più luogotenenti: la disciplina era ferrea. Le bande potevano essere piccolissime o anche molto numerose. Il Comandante Crocco durante l'occupazione della Basilicata arrivò a comandare oltre 3000 guerriglieri. Le basi delle bande erano poste sui monti o nei boschi; là i guerriglieri allestivano baraccamenti in legno o utilizzavano le grotte naturali. Lo stesso Crocco nelle sue memorie autobiografiche descrive: "I briganti, quando non sono minacciati da vicino dalla truppa, dormono normalmente all'ombra di fronzute querele, sdraiati a terra alla rinfusa; per guanciale hanno un sasso od una zolla, per coperta il cappotto od il mantello; i fucili sono appoggiati alle piante colle cartucciere appese ai calci. Sul fronte, ai lati, a tergo, tutto all'ingiro della posizione, vedette avanzate vegliano attente, mentre le spie segrete stanno presso le truppe. I capi riposano in luogo appartato sotto capanne costruite con fronde d'alberi con terra e paglia sopra giacigli abbastanza soffici, accompagnati talvolta dalle loro donne. A rinforzo delle vedette appostate sul cocuzzolo di un monte, sulla cima di un albero, sull'alto di qualche diroccato castello, vi sono i cani, feroci mastini che fiutano la preda a distanza maggiore che l'occhio non giunge. I cavalli pascolano liberi nel folto del bosco riuniti a diecine con cavezza e filetto. I feriti, gli ammalati del giorno, sono ricoverati nell'interno del bosco con abbondante paglia e qualche rara coperta. Sono curati con affetto, la pratica supplisce la scienza e l'arte: le ferite sono lavate con acqua ed aceto, i tarmaci normalmente usati sono: patate, filacce, fascie, bianco d'uovo, olio di olivo sbattuto e foglie d'erba chiamata stampa cavallo. Può apparire ridicolo che la patata sia medicina utile, ma è proprio utilissima, almeno per noi briganti era riconosciuta tale. Le patate ben pestate danno un unguento latteo, che ha la potenza di trarre a sé il sangue guasto, la velenazione della polvere; esso ingranella la carne filacciosa, fa sparire il gonfiore e restringe lo squarcio. Per le ferite di punta e di taglio si usava olio sbattuto e foglie di pelosella, che si trovava abbondante nei luoghi aridi e montuosi. Pel rancio la banda è ripartita in gruppi ognuno dei quali è presieduto da un caporanciere; sul pendio meno ripido della posizione in luogo possibilmente coperto, perché il fumo non ci tradisca, si accendono i fuochi; poco lontano i cucinieri sono intenti a scannare capretti, scuoiare maiali, spennare polli e tacchini, e mentre altri tagliano legna per avere brace abbondante, la carne è pronta per essere arrostita."
L'armamento era scadente: doppiette di vecchia costruzione, coltelli, vecchie sciabole. Molti fucili furono conquistati agli occupanti durante epiche battaglie. I sistemi di segnalazione erano i più vari: l'astuzia e l'ingegnosità dei contadini del sud si esplicitava in stracci esposti alle finestre, usci ed imposte disposti in varia maniera, intacchi nelle piante, rami spezzati, sassi accatastati, imitazioni di versi di animali. Le bande al bivacco erano protette da sentinelle munite di parole d'ordine. Un regime di vita che comportava continui spostamenti, pernottamenti all'addiaccio, veglie, fame, marce durissime, scontri ripetuti con squadracce della cosidetta guardia nazionale al soldo di baroni e con i nazipiemontesi, esigeva grande robustezza fisica ed una non comune resistenza alle privazioni.

Si stima che le bande dei Briganti arrivarono a
contare 80.000 guerriglieri divisi in 488 bande. Seppero farsi rispettare e diedero filo da torcere alle forze di repressione del neonato Stato italiano che furono impiegate in quantità notevolissime contro questo fenomeno, arrivando a schierare al Sud circa 120.000 uomini.
Il Comandante Crocco, forse il più famoso Brigante nel 1861 arrivò a conquistare parte della Basilicata: il 7 aprile di quell'anno occupò il castello di Lagopesole. Il giorno dopo, nella zona di Ripacandida si scontrò con la guardia nazionale di Avigliano e conquistò la cittadina dichiarando decaduta l'autorità dei Savoia e nominando una giunta provvisoria; il 10 Crocco si diresse verso Venosa ed accetto la trattativa con la guardia nazionale del luogo che si arrese, fu istituita anche in quella città una giunta provvisoria. Tra il dieci ed il quindici aprile furono conquistate Lavello e Melfi ove si erano verificate sommosse della popolazione residente contro l'autorità costituita al grido di "evviva a Crocco". Successivamente si ebbero scontri a Rionero con alterne vicende fino a quando truppe dell'esercito piemontese non ripresero il controllo della situazione. In un'altra occasione i guerriglieri di Crocco combatterono nella zona di Craco ed Aliano conquistando i municipi dei due paesi ed istituendo giunte provvisorie.

Quand'erano arrestati i guerriglieri Briganti venivano il più delle volte subito fucilati senza alcun processo, o dopo uno farsa organizzato sul posto senza alcun contraddittorio. Furono vittime del rituale, a fucilazione avvenuta, di essere rivestiti e seduti ad una sedia o appoggiati ad un muro per essere fotografati spesso di fianco ad un soldato occupante che li teneva per i capelli. Di queste barbare usanze esistono ancora reperti fotografici. Alle famiglie non venivano restituite le salme sepolte in anonimo o, peggio, gettate negli immondezzai. Gli effetti personali, di solito pochi cenci, venivano trattenuti a compenso dei "debiti" che venivano ascritti in capo ai poveri guerriglieri ovvero restituiti previo pagamento di una somma. Nell'atto di morte del Comandante Crocco avvenuta nel campo di concentramento di Porto Ferraio si legge: ... con preghiera di rendere informati i congiunti comunicando agli eredi che il Crocco non ha lasciato peculio, ma i seguenti oggetti laceri: calze di cotone paia 6, maglie di lana 1, maglie di cotone 1, berretto da notte 2 per avere i quali devono inviare centesimi 60...
Spesso venne loro mozzata la testa ed esposta in modo macabro in una teca nelle piazze o su pali posti all'ingresso dei paesi per intimorire gli abitanti.

Il medico Cesare Lombroso attuò, con tecniche precursorie delle feroci teorie naziste, la misurazione del cranio, la descrizione dei loro volti e delle loro espressioni convogliando tali assurdi studi in una teoria medica che marchiasse i briganti e tutti i resistenti come criminali. Nella scheda medica del Comandante Crocco tra l''altro si legge: non vi è nel suo corpo di straordinario che la grandezza e la sporgenza dei semi frontali e delle arcate orbitali , ed un cranio rispetto alla statura non molto grande (55 cm di circonferenza massima).
Dopo un'inchiesta parlamentare, che doveva accertare le cause della rivolta e stabilire i metodi della repressione, il parlamento votò la legge Pica (13-VIII-1863) che sospese le libertà costituzionali nelle province infestate dai "briganti" e ne affidò ai tribunali militari i processi. Fu una vera e propria pulizia etnica. Furono perseguitati, incarcerati, processati, sommariamente fucilati tutti i sospettati di brigantaggio ed i loro parenti fino al terzo grado. Molti contadini innocenti persero la vita solo perché sorpresi a circolare in campagna nelle loro terre con la colazione al sacco. Le guerrigliere subirono sistematicamente l'oltraggio delle sevizie e della violenza carnale prima della fucilazione. Stessa sorte toccò ad altre donne inermi sospettate di connivenza o semplicemente lontane parenti di Briganti.

Non esistono cifre della pulizia etnica perpretata ai danni dei cafoni meridionali nel primo quinquennio post-unitario, ancora oggi molti documenti non sono consultabili, esistono però alcune stime: dal 1861 al 1871 un milione di contadini furono trucidati o lasciati morire ammassati nei campi di concentramento. Nel solo 1861 vi furono 8.968 fucilati, 10.604 feriti, 6.112 prigionieri, 64 sacerdoti, 22 frati, 60 ragazzi e 50 donne uccisi, 13.529 arrestati, 918 case incendiate e 6 paesi dati a fuoco, 3.000 famiglie perquisite, 12 chiese saccheggiate, 1.428 comuni sollevati.
La rivolta contadina, nel 1865, era di fatto stroncata, almeno nelle sue forme di movimento di massa; ma nello stesso tempo questo tipo di repressione non seguita da riforme efficaci che attenuassero le cause del malcontento dei ceti rurali del Sud, pur ipocritamente evidenziate dalla istessa commissione di inchiesta parlamentare, pesò molto nel conferire all'apparato del neo stato unitario quel carattere di struttura violentemente contrapposta alle masse che manterrà a lungo nel tempo.
Voglio concludere con il canto dei guerriglieri Briganti che si intitola "Libertà":

Ammu pusato chitarra e tammure
pecche' sta musica s'adda cagna'
simmo briganti e facimmo paure
e cu' 'a scuppetta vulimmo canta'
E mo'cantammo 'na nova canzona
tutta la gente se l'adda 'mpara'
nuie cumbattimmo p' 'o rre burbone
e 'a terra nosta nun s'adda tucca'
Chi ha visto 'o lupo e s'e' miso paure
nun sape buono qual e' 'a verita'
'o vero lupo ca magna e criature

e' 'o piemuntese c'avimm' a caccia'
Tutte 'e paise d' 'a Basilicata
se so' scetate e vonno lutta'
pure 'a Calabria s'e' arrevotata
e stu nemico facimmo tremma'
Femmene belle ca date lu core
si lu brigante vulite aiuta'
nun lo cercate, scurdateve 'o nomme

chi ce fa guerra nun tene pieta'
Ommo se nasce, brigante se more
e fino all'urdemo avimm' a spara'
ma si murimmo menate nu sciore
e 'na preghiera pe sta liberta'
Paolo

27 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao!!! Grazie, oggi mi sa che faccio l'iscrizione a technocrati e blogitalia. Ho letto che sei una sagittario, come mio marito, allora in questo periodo compi gli anni!!!! Posso chiedere quando? Ciaooo, Laura

Anonimo ha detto...

Opsss, tecnorati, sempre ciao.

Anonimo ha detto...

Eddai, si vabbeh, ci siamo capite!

Anonimo ha detto...

La storia del brigantaggio è ancora piena di molte ombre, complimenti per la redazione di questo articolo.

Mark ha detto...

Nel mio paese i briganti erano di casa..Sono di eboli,tant'è vero ke cristo so fermò a eboli perkè gli rubarono il ciuccio hauhaua

ti va di scambiarci il favorite di technorati?

Anonimo ha detto...

non conoscevo questa storia

daniele.ibook ha detto...

si, hai visto!!! non sono asociale ancora (per fortuna!)... :-D
cmq tu hai trovato 300 amichetti di ciao! io mi devo fare il giro di conoscenze!!! :)

daniele.ibook ha detto...

ehi luna! hai visto che ieri ti avevo detto che le mie visite uniche assolute erano 89 mi sembra?!? beh ora sono andato a guardare e sono 119! :)
faccio progressi, eh!!!!

daniele.ibook ha detto...

venerdì, sabato e domenica sono stati i tre giorni con il minor numero di visite, ma credo anche che sia abbastanza normale...beh in questi ultimi giorni sono stato contento non tanto del numero di visite, quanto dei nuovi visitatori che hanno dato un'occhiata al blog...da ieri ad oggi 20 in più! non saranno molti, ma per un blog aperto da 10 giorni non è male credo...

Anonimo ha detto...

mi dai il forum?

Anonimo ha detto...

ciao, anche il tuo blog e carino!

due domande, come hai fatto a mettere i banner in fondo alla pagina?
che servizio usi per mettere i banner?

Anonimo ha detto...

OH che cavolo son 4 giorni che non mi si aggiorna technorati, mostra i post di 4 giorni fa!

daniele.ibook ha detto...

hola! se ti riferisci a eDintorni, la risposta è "si, l'ho attivata"...non è male...poi puoi scegliere il numero di parole che si evidenziano in ogni pagina, così non diventa mai troppo intrusiva...
credo che paghino per click...non so se anche in base ad altri parametri...boh! :)

Unknown ha detto...

Ciao “giadatea” ho notato il tuo commento al mio ultimo post e ho apprezzato la pagina che mi hai indicato, a proposito di Walter, su un altro caso di impunità delle forze dell'ordine nello svolgimento del proprio lavoro che invece di garantire la sicurezza e la giustizia troppo spesso si trasformano in criminali autorizzati e coperti dallo Stato. Tanti altri prima e dopo di lui hanno fatto la sua stessa fine e chissà cos'altro riserverà il futuro per chi ha deciso di gridare e lottare per la libertà di espressione e di opinione. Le idee sono sacre e oggi l'unico modo per farle maturare è quello di diffondere la libertà con questo straordinario strumento virtuale che è internet. I sentimenti e rancori non si cancellano...Auro Bruni, “Dax”, Carlo Giuliani tanto per citarne qualcuno. Il resto delle storie spezzate le trovi qui http://ww2.carta.org/ivozini/
Ciao...

Anonimo ha detto...

si x click da uno e mezzo a due cents ho notato x edintorni
secondo te questo è vero? non c'è un riferimento, una partita iva...
http://www.ideavincente.com/

Anonimo ha detto...

buon fine settimana!

Anonimo ha detto...

ciao un saluto

Matteo L. ha detto...

Ciao giada bel blog il tuo. Vorrei linkarti. se hai voglia di entrare in TEO NEWS, commentare, darmi suggerimenti e magari linkarmi pure tu sarò molto felice. Grazie a risentirci!

Mr.Segnalatore ha detto...

Ciao, ti ho inserita nella "Lista Links Amici" del mio Blog.
Grazie per aver partecipato all'iniziativa!
A presto.

Mr.Segnalatore

Il Segnalatore Blog

Caramon ha detto...

davvero interessante il post..soprattutto xkè non si conosce tutta la storia del brigantaggio!
p.s. la canzone la conosco ed è davvera bella!
ciao e buona domenica!

Anonimo ha detto...

buon lunedì

Anonimo ha detto...

ho spostato il tuo link qui:
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se vuoi sapere xke posso farlo solo privatamente, scrivimi una mail:
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tanto a te personalmente non cambia nulla, hai sempre uno scambio link che aumenta il tuo pagerank

Anonimo ha detto...

cosa stai con telecom ahi ahi, lo sai che se io so tuo nome cognome e telefono posso entrare e usare il tuo collegamento internet ah gratis?
ma passa a fastweb o libero che paghi di meno e nn paghi il canone!

daniele.ibook ha detto...

hola! :)
si, era lui che ha risposto! e me lo ha detto un pochino tardi...tipo sabato!!!

Anonimo ha detto...

ehi ho fatto un casino al blog ahhhhhhhhh ma ora è piu fico

Caramon ha detto...

ciao!
cm va?ti volevo chiedere, se ti va, dato che mi hai linkato, se potevi inserire un mio banner sullo "scambio link"...in questo modo ti metto anche in cima alla classifica che ho creato!
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Grazie fammi sapere! ciao!!!

Anonimo ha detto...

Il Generale dei Briganti ovvero la storia romanzata di Crocco in tv. Forse molta fiction e poca verità, ma la disperazione di chi combatte senza speranza s'è colta.