Lost. Un brivido che percorre lo spettatore.
Nulla è come sembra.
L'inquietudine dello sforzo per comprendere l'incomprensibile diventa, giorno dopo giorno, la semplice difesa dell'istinto di sopravvivenza.
L'isola deserta in realtà è popolata.
L'isola incontaminata, in realtà, è piena di misteriosi bunker e di rifugi ipertecnologici.
Forse il grande fratello ci osserva.
Forse siamo tutti cavie di questo esperimento.....
Forse è stato il polo magnetico, quello stesso che per uno strano scherzo del destino guarisce i tumori, il cancro contro cui la medicina non ha potuto nulla..... eppure c'è qualcosa di strano in quest'isola......
L'aereo è caduto.
E' stato un incidente?
O forse è stata proprio l'esplosione di magnetismo causata dall'apertura di una valvola da un improbabile giramondo che viaggiava sulla sua barca fino al giorno in cui è finito nell'incubo: bisogna schiacciare il bottone.
Altrimenti tutto sarà perduto.
La speranza.
La vita.
La fine del mondo.
Tutto racchiuso in un bottone, e in un progetto che prevede l'avvicendamento di due uomini in questo compito che scandisce le loro giornate, le loro settimane, poi i mesi, e infine gli anni.....
Un progetto venuto direttamente dagli anni 60, con pezzi di microfilm sparpagliati sull'isola, nascosti nei libri, tra i cd, un progetto che prevede una fase di azione e una di osservazione.
E il dubbio. Il dubbio di essere tutti piccoli e insignificanti scherzi del destino, vittime predestinate per studiare i comportamenti umani e sociali in condizioni estreme
Chi è che continua a mandare le provviste?
Eppure nell'isola ci sono corn flakes e patatine, purè di patate e carne in scatola.
Chi sono gli altri?
Chi è la francese? Che fine hanno fatto gli scenziati che l'accompagnavano, quale morbo ha fottuto i loro cervelli causandone la morte, o forse l'omicidio...
Come mai la figlia della francese non scappa, e assiste, buona tra i malvagi, alle barbarie più incomprensibili....
Come mai quel colosso di resto di statua che non si capisce da dove sia arrivata e chi l'abbia potuta creare, e con quale materiale, raffigura un gigantesco piede con quattro dita?
Cos'è quel fumo nero che si alza in certe occasioni, e quello sciame masgnetico che sembra l'essenza del male, che ha la forza bruta di un orso.... un orso, proprio come quello che non dovrebbe trovarsi in un'isola del genere, e invece c'è....
E poi la bestia, quella che risucchia nel terreno.... cos'è la bestia, forse una medicina sintetica che entafizza la forza umana e quindi imbestialisce l'uomo?
Nulla è affidato al caso sull'isola.
Certo non l'intreccio dei personaggi, tutti legati uno all'altro da fili invisibili che, puntata dopo puntata, mostrano la propria incredibile trama.
Morti che camminano. E scompaiono, nell'isola, con il loro maledetto messaggio beffardo nascosto in un sorriso senza possibilità di interpretazione... Pace? Guerra? Resurrezione?
Nell'isola tutti vedono cose che non esistono. O meglio, che esistono, ma in una loro dimensione reale ma precedente, frammenti di un passato, di una condizione di vita legata alla società oramai lontana, e allora ecco la salvezza dalla malattia, ecco un cavallo bianco, ecco un pazzo, amico immaginario, che si suicida...
Ed ecco il sangue.
Il sangue vero.
Il sangue scaturito dalla lotta per la difesa della famiglia...
Cosa non si fa per salvare un figlio, forse il legame più grande e profondo, quello che spinge la francese a lottare, da sola, selvaggia in una terra di ponti sospesi nell'infinito, tra dinamite e fucili, tra la caccia e l'esistenza spartana...
E una donna che madre deve ancora diventare, rapita, drogata, intossicata, salvata forse più per la casualità che per vera capacità individuale, lei e il suo bambino, un bambino che doveva nascere proprio sull'isola, non poteva essere altrimenti....
E poi un figlio, Walt, un bambino speciale, un bambino che scatena eventi inspiegabili, un bambino per cui scoppia una vera guerra con "gli altri", gli altri lo vogliono, credono di poter spiegare qualcosa con la sua presenza.... ma poi non è così, e lo barattano, merce qualsiasi sul banco di un mercato, in cambio di altre vite e di altre morti....
E un padre, un padre che spara agli amici uccidendo persone innocenti pur di portarsi via quel bambino e restituirgli una vita normale, quella che poi, paradossalmente, non era mai riuscito a dargli....
A parte Walt non ho fatto nomi, e ne avrei potuti fare tanti, perchè tanti sono i protagonisti di questa avvincente serie tv americana che riserva ad ogni puntata inaspettati colpi di scena che costringono a rimettere sempre tutto in dubbio, fino a chiedersi se mai, realmente, ci sarà una spiegazione possibile....
Non si sa. Forse si improvvisa. Forse le persone muoiono e vengono proposte in base al riscontro dell'audience, in base al caschè dei loro contratti, in base all'ultimo autore che ha voluto dire la sua partecipando ad un concorso per trovare una razionale soluzione all'intrigo di Lost.
L'isola non avrà pietaà di nessuno.
Non lascerà scampo a nessuno.
L'isola..... realtà, sogno, illusione, vite parallele, incubi...
Eppure sull'isola sei costretto a guardarti dentro, a capirti, ad affrontare i tuoi fantasmi.... L'isola è fatta apposta per contenere i nostri peggiori incubi, per aiutare a viverli affrontandoli, e a trasformarli in qualcos'altro. Forse meno comprensibile.
Forse più semplice da accettare.
Come la guarigione da una malattia.
Come una condanna che non ha valore, una libertà restituita, una nuova possibilità di vivere e di essere felici, una nuova possibilità di diventare genitori sconfiggendo la sterilità, una nuova possibilità di camminare per chi, invece, era condannato alla sedia a rotelle....
Ma la vita, fuori dall'isola, è davvero migliore?
Nulla è come sembra.
L'inquietudine dello sforzo per comprendere l'incomprensibile diventa, giorno dopo giorno, la semplice difesa dell'istinto di sopravvivenza.
L'isola deserta in realtà è popolata.
L'isola incontaminata, in realtà, è piena di misteriosi bunker e di rifugi ipertecnologici.
Forse il grande fratello ci osserva.
Forse siamo tutti cavie di questo esperimento.....
Forse è stato il polo magnetico, quello stesso che per uno strano scherzo del destino guarisce i tumori, il cancro contro cui la medicina non ha potuto nulla..... eppure c'è qualcosa di strano in quest'isola......
L'aereo è caduto.
E' stato un incidente?
O forse è stata proprio l'esplosione di magnetismo causata dall'apertura di una valvola da un improbabile giramondo che viaggiava sulla sua barca fino al giorno in cui è finito nell'incubo: bisogna schiacciare il bottone.
Altrimenti tutto sarà perduto.
La speranza.
La vita.
La fine del mondo.
Tutto racchiuso in un bottone, e in un progetto che prevede l'avvicendamento di due uomini in questo compito che scandisce le loro giornate, le loro settimane, poi i mesi, e infine gli anni.....
Un progetto venuto direttamente dagli anni 60, con pezzi di microfilm sparpagliati sull'isola, nascosti nei libri, tra i cd, un progetto che prevede una fase di azione e una di osservazione.
E il dubbio. Il dubbio di essere tutti piccoli e insignificanti scherzi del destino, vittime predestinate per studiare i comportamenti umani e sociali in condizioni estreme
Chi è che continua a mandare le provviste?
Eppure nell'isola ci sono corn flakes e patatine, purè di patate e carne in scatola.
Chi sono gli altri?
Chi è la francese? Che fine hanno fatto gli scenziati che l'accompagnavano, quale morbo ha fottuto i loro cervelli causandone la morte, o forse l'omicidio...
Come mai la figlia della francese non scappa, e assiste, buona tra i malvagi, alle barbarie più incomprensibili....
Come mai quel colosso di resto di statua che non si capisce da dove sia arrivata e chi l'abbia potuta creare, e con quale materiale, raffigura un gigantesco piede con quattro dita?
Cos'è quel fumo nero che si alza in certe occasioni, e quello sciame masgnetico che sembra l'essenza del male, che ha la forza bruta di un orso.... un orso, proprio come quello che non dovrebbe trovarsi in un'isola del genere, e invece c'è....
E poi la bestia, quella che risucchia nel terreno.... cos'è la bestia, forse una medicina sintetica che entafizza la forza umana e quindi imbestialisce l'uomo?
Nulla è affidato al caso sull'isola.
Certo non l'intreccio dei personaggi, tutti legati uno all'altro da fili invisibili che, puntata dopo puntata, mostrano la propria incredibile trama.
Morti che camminano. E scompaiono, nell'isola, con il loro maledetto messaggio beffardo nascosto in un sorriso senza possibilità di interpretazione... Pace? Guerra? Resurrezione?
Nell'isola tutti vedono cose che non esistono. O meglio, che esistono, ma in una loro dimensione reale ma precedente, frammenti di un passato, di una condizione di vita legata alla società oramai lontana, e allora ecco la salvezza dalla malattia, ecco un cavallo bianco, ecco un pazzo, amico immaginario, che si suicida...
Ed ecco il sangue.
Il sangue vero.
Il sangue scaturito dalla lotta per la difesa della famiglia...
Cosa non si fa per salvare un figlio, forse il legame più grande e profondo, quello che spinge la francese a lottare, da sola, selvaggia in una terra di ponti sospesi nell'infinito, tra dinamite e fucili, tra la caccia e l'esistenza spartana...
E una donna che madre deve ancora diventare, rapita, drogata, intossicata, salvata forse più per la casualità che per vera capacità individuale, lei e il suo bambino, un bambino che doveva nascere proprio sull'isola, non poteva essere altrimenti....
E poi un figlio, Walt, un bambino speciale, un bambino che scatena eventi inspiegabili, un bambino per cui scoppia una vera guerra con "gli altri", gli altri lo vogliono, credono di poter spiegare qualcosa con la sua presenza.... ma poi non è così, e lo barattano, merce qualsiasi sul banco di un mercato, in cambio di altre vite e di altre morti....
E un padre, un padre che spara agli amici uccidendo persone innocenti pur di portarsi via quel bambino e restituirgli una vita normale, quella che poi, paradossalmente, non era mai riuscito a dargli....
A parte Walt non ho fatto nomi, e ne avrei potuti fare tanti, perchè tanti sono i protagonisti di questa avvincente serie tv americana che riserva ad ogni puntata inaspettati colpi di scena che costringono a rimettere sempre tutto in dubbio, fino a chiedersi se mai, realmente, ci sarà una spiegazione possibile....
Non si sa. Forse si improvvisa. Forse le persone muoiono e vengono proposte in base al riscontro dell'audience, in base al caschè dei loro contratti, in base all'ultimo autore che ha voluto dire la sua partecipando ad un concorso per trovare una razionale soluzione all'intrigo di Lost.
L'isola non avrà pietaà di nessuno.
Non lascerà scampo a nessuno.
L'isola..... realtà, sogno, illusione, vite parallele, incubi...
Eppure sull'isola sei costretto a guardarti dentro, a capirti, ad affrontare i tuoi fantasmi.... L'isola è fatta apposta per contenere i nostri peggiori incubi, per aiutare a viverli affrontandoli, e a trasformarli in qualcos'altro. Forse meno comprensibile.
Forse più semplice da accettare.
Come la guarigione da una malattia.
Come una condanna che non ha valore, una libertà restituita, una nuova possibilità di vivere e di essere felici, una nuova possibilità di diventare genitori sconfiggendo la sterilità, una nuova possibilità di camminare per chi, invece, era condannato alla sedia a rotelle....
Ma la vita, fuori dall'isola, è davvero migliore?
1 commento:
Belle metafore su quest'isola ignota, mi sento orfana senza le discussioni tra Jack e Locke.
Finito di vedere, Provai a trarre qualche linea per capire meglio il finale, personalmente mi piacque molto la scelta degli autori.
A proposito, se ti piacciono le serie tv, da me c'è un sondaggio in corso per votare le migliori dell'anno. Se ti va partecipa :)
Posta un commento