CRACO - LACERANTE ABBANDONO
Mille anni di storia non sono bastati a salvarlo. Le attività antropiche che sempre avevano consentito al borgo di vivere in equilibrio con i piedi affondati nel fango e nell'argilla, all'improvviso ne hanno determinato la morte. Craco è vittima del progresso. Nei primi anni sessanta la sua gente ha avuto il privilegio della rete idrica e fognaria: una iattura! Il popolo di Craco che fino ad allora estraeva acqua dai pozzi e dalle cisterne disseminate per il borgo ha avuto l'acqua in casa. Nel sottosuolo si è accumulata l'acqua che dai pozzi non veniva più estratta ed il paese ha iniziato a scivolare. Hanno costruito il campo da calcio ma il terreno apportato per renderlo particabile pasava molto e quel peso ha rotto delicatissimi equilibri consolidati nei secoli. Craco ha iniziato a precipitare. Hanno eretto un muro per fermare la città. Un muro che ha imprigionato il fango su cui Craco ormai galleggiava. Craco è franata portandosi via anche il muro che doveva contenerla. Sono stato a Craco una domenica di primavera. Il paese era illuminato da un bel sole che esaltava i contorni delle case... sembrava un paese normale. Ma quando ti addentri in esso scopri una realtà sconvolgente: non vi è vita, niente auto nè cristiani nè cani... niente! Una torre in cima, il campanile di una chiesa, tante casette tutte intorno. Il paese è disabitato! Una chiesa all'ingresso, una via lastricata, macerie. Case di contadini, stalle, depositi, palazzotti signorili. Sinistri rumori provocati dal vento che scuote sgangherate imposte. Le case in larga parte malandate, molte prossime a rovinosi crolli... eppure addentrarsi in quel paesino è inevitabile, ci si incammina su improbabili vie con i muri che chissà per quale legge della fisica stanno ancora in piedi. Cartelli indicano un ordine del sindaco di sgombero ed il divieto di avventurarsi... pochi se ne accorgono! è difficile riuscire ad entrare nel suo cuore ma è impossibile non farlo! si ha voglia di raggiungere quella che probabilmente fu l'anima del villaggio sotto la torre medievale.
Dentro Craco si hanno strane ed irripetibili sensazioni. Le case addossate l'una all'altra, le viuzze strette, in alcune case ancora la carta moschicida attaccata al filo della luce rigorosamente penzolante dal centro del soffitto. Quello che probabilmente era un bar con il biliardo all'interno sopravvissuto per chissà quale miracolo alla furia degli sciacalli. Improvvise piccole piazze aprono squarci in quel gregge di case. Craco ha fermato il tempo a quarant'anni fa quando l'ultimo irriducibile fu costretto ad abbandonarla consigliato nel proposito dagli scricchiolii dei muri. In ogni piazza di Craco sembra ancora viva l'animazione che doveva esserci anni prima: bambini che giocano, donne intente a chiacchierare, gli asini, i contadini con i loro arnesi, i gatti ed i cani, i topi mescolati agli uomini e alle capre, le statue del Santo Patrono custodite nelle chiese fino alla prossima processione... ma dove saranno adesso le mille anime di Craco con i loro animali, il mobilio, i ricordi di una vita?
Deportati a valle in un posto senza anima chiamato Peschiera, altri scappati allo strazio, alcuni, pochi coraggiosi irriducibili, hanno scelto di costruire le loro case affianco alle vecchie. Uomini e donne forti, sopravvissuti caparbiamente allo scippo della casa e degli affetti. Uomini e donne silenziosi e fieri, testimoni di dignità. Craco aveva il Municipio e la caserma dei carabinieri con le scrivanie e le carte. Craco è un paese senz'altro da visitare: non ci sono ristoranti, nè alberghi, nè bar... ma non è possibile non andarci. Craco è un salto nel passato, un tour eccezionale nel tempo che fu e che è lì per chi vuole toccarlo.
P.s. Craco viene sempre più spesso utilizzata come set cinematografico. I film più recenti girati: Nativity(2006); The Passion(2004); Cristo si è fermato ad Eboli(1978).
Aggiornamento del 25.02.2007: sono tornato a Craco per la seconda volta a distanza di quasi cinque anni. E' una situazione molto peggiorata, nessuno pensa evidentemente di tentare una minima azione di recupero; è diventato una specie di cava da dove tirare via ogni cosa che possa avere un minimo di valore o utilizzo. Al posto dei mattoni, dei marmi, delle suppellettili, degli infissi ci stanno mettendo spazzatura... hanno asportato quasi tutte le inferriate che abbellivano i balconi, hanno rimosso persino il biliardo di cui parlavo sopra: gli sciacalli non hanno pudore! Da un confronto delle foto ho constatato che i crolli si sono intensificati e quella parte ancora visitabile che sembra geologicamente stabile è soggetta alla furia dei senza coscienza. Craco merita attenzione, azioni, progetti, vigilanza. Eppure, si prova rabbia a pensare che la messa in sicurezza ed il completo recupero della zona alta del paese, quella che va dalla torre normanna al castello passando per la chiesa madre e palazzo grossi, costerebbe molto meno della realizzazione di uno dei tanti villaggi turistici che la regione Basilicata sta facendo realizzare sulla costa ionica (pare anche con denaro pubblico). Il ritorno turistico a mio avviso sarebbe eccezionale. Ma, purtroppo nell'incuria generale, tra non molto Craco sarà solo un ammasso informe di macerie.
Peccato!
Paolo
Peccato!
Paolo
5 commenti:
hola! sta diventando davvero un bel blogghino...brava!
p.s.: ancora devo capire come fai a mettere i banner nella parte dedicata ai rapporti! baci!
ma dai?!? allora lo metto subito...oppure domani mattina...comunque ci sono riuscito a spostarlo in fondo al blog il banner...dai un'occhiata quando vuoi! buonanotte! :)
:-! ciao
ottimo direi, come ti inserisco fra gli amici?
Il progresso...distrugge...?.... , .... ! .....
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