DESPERATE HOUSEWIFE . LE NOSTRE CASALINGHE DISPERATE SONO UN PO' DIVERSE, MA E' TV


Certo queste casalinghe disperate hanno ben poco a che vedere con quelle che siamo abituati a vedere noi, in coda dal pescivendolo alle otto del mattino, dopo aver accompagnato i pargoli a scuola, e poi al mercato per comprare la frutta e la verdura fresca, veloci a casa a mettere su il sugo e a stendere il bucato prima che il marito si ripresenti per la sua pastasciutta quotidiana, e poi di nuovo panni da stendere, conserve da girare sul gas, calzini puzzolenti da lasciare in ammollo, diari segreti da fingere di ignorare riordinando i letti dei figli, e cos'altro, prima che tutti tornino di nuovo a casa e dopo aver domandato quasi distrattamente "che si mangia per cena?- ho invitato un paio di amici, non ti dispiace vero? TANTO TU SEI A CASA A NON FARE NIENTE TUTTO IL GIORNO...."

No, queste sono le casalinghe nostrane, quelle che hanno nomi anagrafici che iniziano per Concetta e finiscono per Locascio, sono generalmente sovrappeso, riescono ad andare dal parrucchiere mediamente due volte all'anno, per lo più in occasione di matrimoni o funerali, e con tutta la loro disperazione fanno quadrare un bilancio di famiglia sempre sul filo del resaio.

Quelle americane, sono altre casalinghe.
Belle, tutte, pur non essendo più giovanissime, il tempo non passa sui loro visi e la cellulite non si deposita sui loro corpi, hanno probabilmente fatto un vaccino e sono affrancate dai segni dei tempi.
Inoltre per loro il lavoro è una preoccupazione minore, a meno che non siano come Lynette, forse per certi aspetti la più "reale" di queste donne che sembrano un po' di plastica.

Non che siano senza carattere, anzi, ne hanno da vendere, ma sono parte di una realtà molto lontana dalla nostra, li guardiamo con gli occhi divertiti di chi osserva un telefilm che si propone come piacevole passatempo, ma non ci facciamo convincere da loro, non siamo così scemi....

Lynette, dicevo, è forse la più realisticamente vicina ad un profilo di donna vera. Incarna infatti una donna moderna, madre di ben quattro bambini, di cui tre gemelli veramente vivaci ed una femminuccia invece che appare forse poco impegnativa rispetto all'età che ha, comunque, donna in carriera, completamente impegnata sul lavoro nella carriera pubblicitaria e abile manager anche per quanto riguarda le scelte della vita quotidiana. E' lei a risolvere i problemi, è lei a trovare le soluzioni creative. E' lei a mostrare il seno ad un nonnetto rompiscatole che costituiva l'ultimo ostacolo per la realizzazione del sogno del marito, l'apertura di una pizzeria. Il marito, che dire, bell'uomo, ma un po' insulso vicino a lei, vive nella sua ombra e a poco servono le proteste, lui non ha le "palle", lei si. In compenso lui porterà in famiglia una figlia, avuta da una relazione extraconiugale.

E poi Susan, Susan è l'eterna romantica, per quanto la vita l'abbia già bastonata a sufficienza da farle capire che forse essere belle e stupide non è sufficiente. Non è una cima, si innamora costantemente degli uomini sbagliati e anche quando ne trova uno giusto poi si distrae, forse ce l'ha nel dna, in fondo anche sua madre non è proprio un esempio di stabilità emotiva. Sua figlia, invece, Julie, sembra la più assennata di tutto questo gruppo di donne disperate. Comunque Susan non è "casalinga" a tempo perso, in realtà è una scrittrice di libri per bambini, il fatto che nei vari episodi nessuno l'abbia mai vista con una penna in mano o un pc è forse irrilevante, probabilmente ha il dono di lavorare intensivamente un solo giorno all'anno e di vivere di rendita per gli altri 364.

Poi c'è Bree. Che dire di lei, sicuramente il personaggio più controverso, la donna apparentemente di ferro, sempre perfetta e impeccabile, sempre bellissima e in grado di die la cosa giusta al momento giusto, intelligente, sensibile, la donna perfetta. Psicopatica fino all'osso. Maniaca nell'intimo.
Le vicende per lei non sono forse sempre facile, si cerca dei pazzi peggiori di lei, e dopo l'esperienza devastante con l'alcoolismo, dopo i conflitti di un figlio che strumentalizza tutto pur di prendere la sua parte di eredità, dopo i contrasti con una figlia che invece finisce tra le braccia di un altro maniaco (ma va?) che morirà poi per mezzo di un colpo di pistola provvidenziale, insomma, Bree non si annoia, eppure lei è proprio la casalinga, lei tra tutte è quella che pulisce personalmente la casa e lo fa con una cura micidiale, a partire dalla scena utilzzata per lo spot tv in cui, con i suoi abiti alla moda, i suoi rossi capelli perfetti sul viso bellissimo, usa energie e ingegno per pulire alla perfezione.... una tazza di wc.

Poi c'è Gabrielle, ex modella, donna che alla fine decide di diventare madre e iniziano i problemi, donna che forse tra tutti ha il matrimonio migliore, perchè non sono solo i soldi a tenere legati lei e Carlos, il loro rapporto sembra il più autentico tra tutti, come se in effetti avessero qualcosa da condividere. Forse le corna. Ma poi saranno anche quelle a dividerli, perchè se lui ha perdonato lei per le sue distrazioni con un giovane studente, lei non può perdonarlo per essersi fatto la governante in attesa del loro figlio. Un affronto troppo grande architettato ai suoi danni.
E le vicende si complicheranno ancora, ma io credo che questi due, ora divisi, torneranno infine assieme. Insomma, i morti non risorgeranno dalle loro tompe, e in desperate housewife di morti ce ne sono state tante, a partire dall'io narrante, ma un po' di speranza gli autori dovranno ben salvarla dal dissacrante mercificare di sentimenti ed emozioni.

Sugli uomini e sugli altri personaggi, poco da dire, sono contorno, utili e strumentali alle storie, ma le vere casalinghe disperate sono queste quattro donne, diverse tra loro eppure amiche, unite quanto meno da una solidarietà leale e duratura.

E almeno questo messaggio, salviamolo.
desperate housewife

1 commento:

Anonimo ha detto...

A me non piace moltissimo, preferisco la versione spagnola, ora non ricordo il nome, comunque è decisamente più realistica e le donne sono meno di plstica... Però mi è piaciuta l'ironia con cui ne hai parlato!