Dalla strada infangata l'ingresso del locale è nascosto alla vista dei curiosi con bianche tende, che bianche non sono più…. Quello che accade lì dentro lo sa solo il diavolo, i timorati che abitano nel quartiere se ne tengono lontani e aumentano il passo quando devono passare davanti a quella vetrina di perdizione, le donne camminano leste e a testa basta, nascoste dagli scialli neri della messa delle sei, e gli uomini con il giornale sotto il braccio sembrano distratti dal campanile che s'intravede in fondo alla piazza, ma poi gettano uno sguardo pieno di intensa commiserazione verso le ombre che si scorgono appena nel primo tavolino contro il muro.
Sull'insegna, piccola e discreta, quasi a non voler gridare troppo forte il proprio nome, c'è scritto "l'assomoire".
Sull'insegna, piccola e discreta, quasi a non voler gridare troppo forte il proprio nome, c'è scritto "l'assomoire".
In quel locale, si beve l'assenzio.
La gente che lo frequenta.......tutti morti di fame che camminano come ubriachi appoggiandosi su bastoni d'osso intagliati per muoversi da una parte all'altra della città, spesso quando escono già albeggia, e si avviano a piedi in gruppi di tre o quattro. Raggiungono l'altro lato della strada, e poi giù, oltre la piazza, verso il mercato centrale, dove vanno a richiudersi nelle soffitte putride e maleodoranti del quartiere degli artisti.
Artisti! Pfiuuuu! Michelangelo, Leonardo, quelli si erano grandi nomi, questi sono uomini da poco, non hanno la luce di Dio negli occhi a guidare le loro mani e le loro menti, hanno lo sguardo miope di chi si perde in una tela alla ricerca di un colore, di un contorno, di un confuso bagliore, hanno la foga di chi declama odi irriverenti su un tavolo imbandito senza curarsi della forma, della sostanza, della buona creanza... Son gente strana, sono drogati, e quello è il covo del diavolo, la tana del lupo, l'angolo dove andare ad affogare le proprie vergogne, le insensatezze di una vita inetta in un bicchiere verde.... Verde come la fata che lo anima, che dolce e languida s'insinua nell'acqua fredda colorandola e rendendola gradevole, dolce, menzognera e bugiarda come una realtà deformata da occhi verdi di una strega sapiete. O fata....
La verde fata ottenebra le loro menti, si annida nei loro cervelli come un cancro che si nutre di attese, che li inebetisce, che li svuota, lasciandoli spiriti in balia di un destino che li affligge e di cui non sono più padroni, vittime di un lento deterioramento interiore che li sfalda, che li increspa, che li ammorba nel profondo.....
Charles Baudelaire |
La fata verde si serve lasciando scivolare qualche goccia di liquore su un letto di zucchero (chiamatelo zolletta se preferite) adagiato sul tipico cucchiaino forato sospeso sul bordo di un bicchiere, e poi aggiungendo un po' d'acqua fredda, aiutando così lo zucchero a sciogliersi e a fondersi nel connubio di odori, colori e sapori che si confonderanno in un sorso piacevole e sorprendente.
Ideale anche bevuto puro in cialde di cioccolato, che poi completeranno il sorso lasciandosi mangiare e dando un gusto dolce al sorso incendiario che brucia in gola.
Perfetto anche per festeggiare i compleanni e per celebrare una nuova prima pagina di un nuovo libro. O solo per una serata tra amici.
Ideale anche bevuto puro in cialde di cioccolato, che poi completeranno il sorso lasciandosi mangiare e dando un gusto dolce al sorso incendiario che brucia in gola.
Perfetto anche per festeggiare i compleanni e per celebrare una nuova prima pagina di un nuovo libro. O solo per una serata tra amici.
Come tutte le cose, è la distinzione tra uso e abuso a fare la differenza.
Ma leggere una poesia di Charles Baudelaire in una fredda e ventosa notte d'autunno, rimpiangendo magari l'assenza di un camino accogliente o di una stufa brontolona e fumosa (che però crea atmosfera) renderà sicuramente quelle righe ancor più speciali, e forse ce le farà apprezzare meglio.
Se a qualcuno poi interessasse, io ho provato anche a farlo in casa, il liquore d'assenzio, ma i risultati sono assolutamente lontani da quelli dei liquori in commercio, quindi cimentatevi solo se avete voglia di creare e di sbizzarrirvi tra erbe e spezie, dosi e misurini, proprio come una vera str….fata!
3 commenti:
Troppo coinvolgente questa poesia..
E nel racconto mi sembra di sentire attraverso gli abiti, la nebbia fredda in una notte scura. Mentre cerco di raggiungere la mia soffitta maleodorante..
Grande Giadatea..
Certamente non mi assenzier� dalle tue pagine cos� spiritose... , ..mandi mandi ...Loris....
ciao Giadina ti ho ricambiato volentieri in tra i favoriti di technorati. Buonanotte
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