Sarah Scazzi. Gli orchi esistono ancora

Essere adolescenti non è mai facile, esserlo in un piccolo paese di provincia dove l'unico sogno è quello di andare lontano per fuggire da una vita senza prospettive è un'ingenuità tutto sommato perdonabile per capire il contesto di normalità in cui questa ragazzina viveva...
Sara Scazzi. Mentre scrivo cercano il suo corpo, oramai pare chiaro a tutti che la ragazzina non è fuggita sulla coda di un sogno, di un progetto solo immaginato, parole lasciate tra amici e occasionali avventori di qualche chat sul web.
Il web, il primo grande alibi di un depistaggio mediatico che ama dipingere le storie di cronaca con le tinte forti della trasgressione, del nemico che osserva all'ombra della rete pronto a partire per aspettare la sua vittima in una strada deserta di un pomeriggio d'estate.... Il web, l'untore moderno che si addita quando non ci sono spiegazioni logiche, quando forse non si ha voglia di andare a indagare davvero tra le ombre e i fantasmi che popolavano la quotidianità di questa ragazza...
La famiglia.

Una famiglia difficile da capire, difficile immaginare di vivere tra quei fiumi di parole materne e quei silenzi stentati paterni, tra una cugina troppo grande per essere l'amica del cuore, tra segreti che hanno trascinato strascichi troppo pesanti per non diventare zavorre dell'anima...
Ed è bastata una parola, non un'ammissione, una semplice allusione per ricomporre il puzzle...
A parlare è stata la cugina, Sabrina, in uno stralcio di conversazione con sua madre captata dalle intercettazioni in corso: "per me se l'è portata lui"...
Un discorso tra due donne, una madre e una figlia, che sanno. E tacciono.
Entrambe.
Madre e figlia.
Quasi un timido  sfogo. Un'ammissione che nasce dal bisogno di dire forse basta. Finalmente basta.
Gli orchi esistono ancora, e sono sempre più vicini di quello che immaginiamo.
Nascosti nei panni di zii insospettati, di padri che non si vogliono sospettare, di mariti che si vogliono difendere nonostante tutto, di famiglie legate da legami di omertà che preferiscono guardare lontano piuttosto che cogliere quei dettagli che avrebbero potuto evitare un epilogo drammatico.
Domani ci diranno come è andata, ci diranno come è morta, ci racconteranno di interrogatori, di ammissioni, di ricerche, di ritrovamenti, faranno indagini, perquisizioni, arresti, processi, la macchina della giustizia si attiverà e la cassa di risonanza mediatica si sposterà su altri protagonisti, entrerà nelle viscere di vicende umane complicate, di relazioni contorte, di spettri dal peso insostenibile...
Ma anche questa volta la lezione sarà inutile, è sempre più facile guardare lontano, cercare il pericolo in quello che non si conosce piuttosto che avere il coraggio di cercare il marcio in noi, vicino a noi, a volte troppo vicino per non restarne soffocati...

4 commenti:

Valentina ha detto...

Tanto, quando le cose riguardano le famiglie, la gente attorno sa, e nessuno parla. E chi ci va di mezzo sono sempre gli innocenti.

Kylie ha detto...

Sembra sia stato lo zio. Stanno cercando il corpo.
Che orrore!

Barbara ha detto...

Proprio un vero orrore, soprattutto perchè si è voluto dipingere Sara stessa come la colpevole e nessuno si è chiesto se non ci fosse davvero un mostro nascosto tra le mura domestiche.
L'impressione è che questa ragazzina fosse davvero sola e incompesa.

Crissy ha detto...

Bastardooooooo!!! Deve pagare per il male che ha fatto, spero che la giustizia faccia il suo corso e lo faccia sparire dalla circolazione.
Non merita di stare tra la gente comune, non merita nessuna pietà!
Crissy