Mici & baci. Stupendi ma... made in china!

Ecco, per una volta che trovo qualcosa di carino, di particolare, che sembra anche di qualità decente... rivolto l'etichetta e che ti trovo? il solito made in china
Nulla contro i cinesi, naturalmente, ma come pensiamo di risollevarla l'economia (nazionale, locale e pure di condominio) se anziché aprire i laboratori sotto casa commissioniamo i nostri beni all'estero, sobbarcandoci spese di trasporto non indifferenti (non so voi ma la Cina io ancora  non l'ho visitata...) per poter vendere e distribuire un prodotto a basso costo?
C'è qualcosa di marcio in questo sistema, c'è qualcosa di marcio o non si spiegherebbero tante cose...  
Come mai un'azienda, per poter lavorare e avere un bilancio attivo deve rivolgersi al mercato cinese per le sue produzioni? 
E con quale spirito imprenditoriale può farlo, ben sapendo che in Cina il costo della mano d'opera è più basso perché inferiori sono i diritti dei lavoratori?
Lo so, il capitalismo è questo, sfruttare le nicchie di interesse per lucrare al massimo nei paesi dove il benessere sembra ancora permetterlo, ma a me questa filosofia non piace! Avrei preferito pagarla 10 euro in più, la stessa tracolla che ho comprato oggi a mia figlia, e contribuire  a mantenere in piedi un'economia eticamente accettabile, basata sul diritto al lavoro, quel diritto al lavoro costituzionalmente riconosciuto che oggi più che mai è una chimera, soprattutto per tutti quei giovani che il lavoro non ce l'hanno e che bivaccano tra precariato e contratti in nero o sfruttamenti brutalmente sottopagati.

Si parla tanto di difendere il made in italy, si parla tanto di rimettere in piedi la nostra economia, ma allora perché non iniziamo con il tassare pesantemente le importazioni, anziché gli investimenti sul territorio, in modo da scoraggiare questi sfruttamenti imprenditoriali e incentivare un'autentica ripresa economica?
Probabilmente la risposta è semplice, questione di opportunità, le stesse che spingono l'azienda più grande dalle mie parti (l'omino che si da un sacco di arie, tanto per capirci...) ad assumere operai rumeni perché beneficianti di un qualche contributo economico (15.000 euro ad assunzione, mi dicono, ma non sono in grado di confermare o smentire queste stime...) e intanto la cassa integrazione dilaga, così come i contratti sociali... fai 4 ore e te ne pago 6, 2 le paga lo stato? ma a che pro se quelle 2 ore non le lavoro? eppure è questo che stanno facendo... E i panettoni allora? Li avete mangiati a natale? Le aziende che producono panettoni e colombe  hanno trovato un ottimo sistema per superare la crisi... assumono con contratti di 6 mesi a tempo pieno, i dipendenti poi vengono lasciati a casa e percepiscono l'indennità di disoccupazione per i restanti sei mesi, per poi ricominciare a lavorare presso la stessa azienda con le stesse mansioni. Questo da anni... Ma non sarebbe il caso di  assumerli a tempo indeterminato e farli lavorare con un part time flessibile da organizzare nei periodi di alta produzione?

Caro Monti, o chi ti sostituirà a breve, e chi dopo di lui ancora, se queste cose le sanno tutti, come mai tu non le sai???? 
SONO COLPEVOLE
QUANDO HO COMPRATO QUESTA BORSA 
PENSAVO DI VEDERE SOLO UN TENERO CUCCIOLO
E NON HO PRESTATO ATTENZIONE AL FATTO 
CHE DOVE QUESTA BORSA E' STATA PRODOTTA
FINO A POCO TEMPO FA I CUCCIOLI 
ERANO  NEI MENU DEI RISTORANTI!



6 commenti:

Kylie ha detto...

Sono anch'io per sostenere la nostra economia e aborro il made in china. Sono tranquilla per abiti e scarpe perché sono riuscita a trovare i posti giusti dove acquistare ma per il resto siamo invasi. Concordo con le tue parole, anche Benetton fa lavorare i dipendenti 6 mesi (quando arrivano gli scatoloni dall'estero per il controllo qualità) e gli altri 6 sono in cassa integrazione, pagata da noi.

Lo so solo io?

Tutto questo alla luce del sole da anni.

giardigno65 ha detto...

l'unica speranza sono gli operai cinesi (più diritti + salario), chissà

Barbara ha detto...

@ kylie
il fatto è che i governi riparatori non potranno riparare molto se non prenderanno atto degli abusi dei capitalisti a danno dei cittadini e dei lavoratori. L'abitudine di assumere persone 6 mesi l'anno temo sia più consolidata di quanto immaginiamo, ma un governo di imprenditori, di banchieri, di capitalisti (come quello precedente) non avrà mai interesse a scardinare questo meccanismo perché è strumentale al clientelismo politico e agli interessi dei potenti. Più facile tassare benzina, sigarette e aumentare l'iva colpendo indiscriminatamente tutti.
Un abbraccio.

Barbara ha detto...

@ giardigno
sarebbe bello vedere una rivendicazione proletaria in un popolo abituato a lavorare in silenzio e nello sfruttamento più totale, ma sinceramente non credo che possa avvenire a breve, soprattutto perché il modo di radicarsi dell'economia cinese in quella italiana è molto chiaro: comprare cash, tutto quello che sia possibile, anche se non ancora in vendita...

Alberto ha detto...

"un popolo abituato a lavorare in silenzio"
Si hanno poche notizie ma di qua e di là in Cina scoppiano spesso rivolte e scioperi repressi con la forza,

Barbara ha detto...

@ Alberto
la questione cinese è estremamente complessa, e non mi addentro nel labirinto di equilibri internazionali politici, bancari ecc che sostengono una politica repressiva e disumana per il semplice fatto che rischierei di trattarla con imperdonabile superficialità, il mio commento precedente era riferito alle realtà di sfruttamento che emergono dalla cronaca italiana, anche quelle comunque difficili da decifrare.
Grazie per il tuo commento.