Ri-ascoltando i Tazenda. Da Andrea in poi.

Mi è capitato di riascoltare la musica dei Tazenda, a distanza di anni da quello che era stato probabilmente il momento dei riflettori puntati contro di loro, il momento di spunta la luna dal monte  nel duetto con  Bertoli e mi sono sorpresa nel riscoprirli, o forse nello scoprirli per la prima volta, con suoni e intensità che non conoscevo.
Refrattaria a Sanremo come sono, per esempio, mi ero completamente fatta scappare "Pitzinnos in sa gherra", un pezzo che ha circa 20 anni ma che sembra condannato ad essere sempre attuale.
Questa la versione originale del 1992



e questa è la stessa canzone nel 2007, quando la voce di Beppe Dettori ha sostituito quella di Andrea Parodi, prematuramente scomparso.


Beppe è bravo e si fa apprezzare, non è facile per lui sostituire quello che era l'effige e l'emblema stesso del gruppo ma la voce di Andrea manca, e la mancanza diventa quasi dolorosa nel confronto.
Manca ancora di più se la si riascolta nella struggentissima No potho reposare che ci mostra un altro Andrea, musicista  oramai pienamente consapevole dello strumento vocale e uomo completamente immerso nel sentimento e interprete di vita e di speranza senza uguali, già provato dalla malattia e nonostante questo pronto a dare, pronto a non mollare mai e a comunicare speranza e positività con il sorriso sulle labbra.


Si. E' difficile pensre ai Tazenda senza questa voce, questa energia e questa personalità musicale che li ha portati a far conoscere  la lingua sarda in tutta Italia e non solo, una scelta anticonformista forse,  quella di voler restare fedeli alla propria origine e alle cose che ci circondano, senza lasciarsi tentare da contaminazioni e compromessi.

Ma tanto bella e struggente è questa interpretazione di Andrea quanto innovativa e interessante è La ricerca di te, il pezzo che meglio ha fatto apprezzare Beppe Dettori


Ho l'impressione che questa sia la strada giusta da seguire.

1 commento:

Anonimo ha detto...

good start