17 marzo - 150 anni Unità d'Italia: ma chi paga?

Dopo le polemiche di leghisti e imprenditori ci impongono un giorno di ferie per festeggiareil 17 marzo - nel silenzio collettivo - mentre il governo fa bella figura spacciando il tutto come senso di unità nazionale.

In poche parole pagheranno come sempre i lavoratori, è importante che la cosa si sappia, che i fannulloni oltre ad essere i soliti noti che sicuramente pagano tasse, balzelli e addizionali varie, non verranno beneficiati di un giorno di ferie in regalo, a spese delle casse statali ne tantomeno aziendali!!!
però
poi spendono soldi per separare le votazioni
300 milioni di euro, quindi 5 euro per ogni italiano vivente: è il costo del mancato accorpamento dei referendum alla data delle elezioni amministrative.
La decisione, chiaramente presa nella speranza di non far raggiungere il quorum ai referendum, è di per sé scandalosa, ma lo è ancor di più se rapportata alle polemiche di questi giorni sul costo che avrebbe avuto la festa una-tantum del 17 marzo: polemiche che hanno avuto effetto, visto che per risparmiare ci hanno tolto un giorno di ferie.

Quindi, riassumendo : per la festa dellUnità dItalia lItalia non ha un soldo (lo hanno detto la Lega e la Confindustria) e la festa è gentilmente finanziata dai lavoratori , invece per evitare l'Election Day lItalia è ricca, talmente tanto da poter buttare dalla finestra 300 milioni di euro.

In attesa di prese di posizione di Lega e Confindustria anche su questo argomento (ma, chissà perché, non ci credo molto…) ci rimane una sola cosa da fare: andare a votare ai referendum e soprattutto invitare il maggior numero di persone a farlo, così da raggiungere il quorum e dare il chiaro messaggio a questi imbroglioni che ci governano che non bastano questi mezzucci per tacitare il popolo italiano.

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3 commenti:

Unknown ha detto...

come al solito
che ti aspettavi!
ciao
buona serata
Michele pianetatempolibero

Kylie ha detto...

Io come pubblico dipendente al servizio esclusivo della nazione sarei andata volentieri al lavoro....

Barbara ha detto...

ciao Michele e ciao Kylie, grazie per i vostri passaggi
anche a me sarebbe piaciuta l'idea di andare a lavorare (e farmi pagare il giorno come festivo).
le iniziative, per quanto belle e lodevoli per principio, si stanno scontrando contro la macchina dell'estrema burocratizzazione che vuole colpevolizzare e umiliare i dipendenti, la gestione del "giorno di ferie" che per alcuni diventa addirittura "un ponte in più per i dipendenti" rappresenta bene il tiro alla fune a cui siamo sottoposti. E la fune siamo noi.